La catena Temakinho punta all’apertura di nuovi locali per diffondere l’essenza brasiliana della cucina nikkei di origine giapponese peruviana
Era il 2012 quando quattro giovani (Linda Maroli, Fabrizio Pisciotta, Santo Bellistri e Francesco Marconi) mettevano a punto quello che sarebbe diventato a breve un concept innovativo e vincente nella ristorazione: la prima temakeria brasiliana, capace di fondere la cucina nikkei (il nome designa i giapponesi emigrati), di origine giapponese-peruviana con l’avvolgente atmosfera del Brasile.
Un angolo del nuovo bancone nel Temakinho di Borgo Angelico, a Roma, che combina l’atmosfera delle tipiche trattorie giapponesi (izakaya) con lo spirito brasiliano del brand. Foto © motoperpetuopress
Nasce così il primo Temakinho, un locale colorato e allegro dove gustare roll e temaki accompagnati da cocktail brasiliani con un occhio particolare alla qualità dei prodotti. Il tempo passa e i locali aumentano proporzionalmente al successo.
Nel 2018, la proprietà di Temakinho è stata ceduta a Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione, controllata da BC Partners. Ma nei primi mesi del 2024 il fondo Mutares ha rilevato l’azienda, coinvolgendo nuovamente Fabrizio Pisciotta, co-founder, come azionista di minoranza e CEO, e Linda Maroli, founder, come consulente del brand per la supervisione dell’innovazione e del design.
Da sinistra, Nigiri salmao, sake e trufa, con salmone e caviale di tartufo, e Nigiri shitake, funghi shitake, sesamo e fiori edibili. Foto © motoperpetuopress
L’obiettivo della catena è ora quello di espandersi e offrire piatti sempre più sani e appetitosi, ma anche più sostenibili e a costi accessibili. Intanto, a Roma Borgo (uno dei tre locali presenti nella capitale oltre a quello nel rione Monti e quello a Ponte Milvio), due importanti novità: da una parte la ristrutturazione del piano terra, ora sushi bar che combina l’atmosfera delle tipiche trattorie giapponesi (izakaya) con lo spirito brasiliano del brand, si chiama infatti Izakaya du Brasil. Non manca il tipico bancone che permette agli avventori di assitere alla preparazione dei piatti (principalmente più orientati alla cucina giapponese come nigiri e otsumami) e accompagnati da un’accurata selezione di sake, birre giapponesi e cocktail.
Churros accompagnati da dulce de leche e caipirinha passion fruit (JNPR2, polpa di maracuja, succo di lime, maracuja fresca. Foto © motopepetuopress
La seconda novità riguarda i restanti piani del ristorante (si tratta di un palazzetto cielo terra al civico 30 di Borgo Angelico) dove, oltre al classico sushi brasiliano è stata ampliata l’offerta di piatti plant-based (ovvero basati su piante e vegetali e alimenti non trattati), nel rispetto di un’alimentazione sana e più sostenibile. Va sottolineato anche che Temakinho evita l’uso di pesce sintetico e si affida invece a superfood vegetali come funghi shimeji, shiitake e alghe wakame.
E a proposito di sostenibilità, i fornitori a cui si affida la catena rispettano pratiche di allevamento che escludono antibiotici e pesticidi, mentre il pesce pescato segue criteri di pesca sostenibile ed è certificato Friends of the Sea.
Come afferma Fabrizio Pisciotta, Co-founder e CEO di Temakinho: “La nostra missione è continuare a innovare senza mai perdere di vista i valori fondamentali che ci guidano: qualità, sostenibilità e amore per la natura. Con l’apertura dell’Izakaya du Brasil e l’ampliamento della nostra offerta plant-based, stiamo esplorando nuovi orizzonti gastronomici che rispondono alle esigenze di una clientela attenta e consapevole, offrendo esperienze uniche e autentiche.”
Con queste premesse e tale impegno non si può che augurare lunga vita a Temakinho.
Una delle scritte presenti nel locale che ricordano la filosofia di Temakinho. Foto © motoperpetuopress