Presentato a Roma, nella sede del CREA di piazza della Navicella, il Dizionario internazionale in 5 lingue dedicato al tartufo
Tartufo… basta la parola! Davvero, basta evocare la parola “tartufo” per andare con la mente a qualcosa che ha profumo e sapore unici, diversi da tutti gli altri alimenti. Un prodotto pregiato, frutto della terra, che ha una grande storia da raccontare, legata alle tradizioni, ai territori, agli usi gastronomici nel tempo.
Insomma, una prelibatezza che è anche uno dei simboli più gustosi del nostro patrimonio enogastronomico, che l’Italia – una volta tanto – ha saputo tutelare: nel 2021 la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” è stata riconosciuta dall’UNESCO quale patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Del resto, parliamo anche di qualcosa che non è storia di oggi, ma che viene dal lontano passato ed ha attraversato i secoli conferendo un “tocco magico” in ogni pietanza delle diverse epoche. Il tartufo era apprezzato anche dagli antichi Greci e Romani, che lo ritenevano anche dotato di proprietà afrodisiache.
Insomma, un prodotto che vale la pena non solo di gustare, ma anche di conoscere in dettaglio. Capita a proposito, quindi, un volume appena presentato dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), che pur essendo sostanzialmente un dizionario multilingue (oltre all’italiano, ci sono testi in inglese, cinese, giapponese e arabo) ricco di più di 300 termini specifici, è anche un interessante libro sul mondo dei tartufi tout court. I termini, infatti, in primis sono lungamente spiegati in tutte le lingue (italiano compreso), e sono raccolti in capitoli tematici (Tartufo & Habitat, Territori del Tartufo, Cerca e Cavatura del Tartufo, Valutazione del Tartufo, il Tartufo in cucina e a tavola, il mito del Tartufo) con testi iniziali che in effetti costituiscono altrettanti approfondimenti di una materia ampia che comprende mondi diversi, fra storia e geografia, scienze naturali e tradizioni, mitologia e cucina…
Con modestia i due autori del volume – Stefano Vaccari, Direttore Generale del CREA e Giuseppe Cristini, Direttore artistico della rivista “Accademia del tartufo nel mondo” – presentano il libro come “un piccolo tentativo di due appassionati di questo fungo” di condividere termini, anche dialettali, legati al tartufo, e di divulgarne l’enorme ricchezza di varietà e sfumature.
Autori certamente “informati dei fatti”, insomma, che hanno precisato “Non di rado la conoscenza del tartufo si limita ai termini ‘bianco’ o ‘nero’. È un po’ come se cercassimo di racchiudere il mondo del vino nelle sole categorie ‘bianco’ o ‘rosso’. Nel Dizionario abbiamo cercato di allargare la conoscenza di questo fungo alle sue diversità, alle tante tradizioni che lo legano ai territori, agli utilizzi in cucina e a tavola, alle caratteristiche merceologiche e qualitative che ogni diverso tartufo deve avere”, è quanto ha dichiarato Stefano Vaccari. Mentre Giuseppe Cristini ha aggiunto “È un’opera immane che siamo riusciti a completare con un impegno di ricerca, di studio e di valorizzazione di questa preziosità unica al mondo. Siamo andati a scavare tra i dialetti, in mezzo ai boschi e ai cavatori, studiando le razze di cani da tartufo, in territori anche poco conosciuti ma bellissimi e incontaminati”.