Un bel titolo per un libro davvero interessante. Forse un po’ snob, certo, e non adatto a tutti, ma per chi fa del cibo un interesse culturale, questa idea di Cinzia Scaffidi – scrittrice laureata in Filosofia, direttrice del Centro Studi Slow Food – che vuole spiegare come è cambiato, negli ultimi cinquant’anni, il "vocabolario del cibo".
Attenzione, non in senso meramente linguistico, però, dato che le parole esprimono concetti, i quali cambiano a loro volta. Ecco allora che, se si parla di politiche alimentari, standardizzazione o interdipendenza, non si affronta solo un tema gastronomico, ma anche e soprattutto sociologico, politico e mediatico, insomma culturale in senso lato.
In tutto fanno 100 parole, ordinate proprio a mo’ di vocabolario (con una prefazione di Tullio De Mauro), che illustrano nuovi modi di produrre, di pensare, di vivere. "Sono cambiati i costumi alimentari – dice l’autrice – e, assieme al nostro rapporto con il cibo, è cambiato il linguaggio che al cibo si riferisce. Nuove parole sono apparse, delle vecchie molte hanno assunto nuovi significati". Un’evoluzione su cui è necessario riflettere, che arriva sulle nostre tavole, ma anche nelle nostre menti.
Cinzia Scaffidi
Mangia come parli
Slow Food Editore
194 pagine, euro 14.60