Ezio Maisto, da Salerno. Regista e sceneggiatore, ma anche autore di spot, esperto di marketing e turismo…
Ho imparato l’arte iniziando col teatro, ma poi l’ho messa da parte per provare la carriera del bravo ragazzo: laurea, doppio e triplo lavoro nel marketing, turismo, industria alimentare, case editrici, ecc. No, non era roba per me (il bravo ragazzo, intendo). Alla fine ho mollato tutto, mi sono trasferito a Roma e ho riaperto il cassetto dell’arte. Ora sto pensando di iscrivermi a un corso di bricolage per tenere le vite passate tutte insieme…
La Currybonara è stato e continua a essere un grande successo, con numerosi riconoscimenti in vari festival. Come ti è venuta l’idea di questo corto? Quali dinamiche – mezzi, tempi, location… – hai messo in atto per realizzarlo?
Camminavo alla periferia di Roma quando, in un’area di servizio self-service, ho visto un giovane asiatico seduto accanto ad un’anziana. I due guardavano le auto sfrecciare senza parlare. Ore dopo sono ripassato e quei due erano ancora lì. Mi sono chiesto cosa li accomunasse, di cosa parlassero (se parlavano), se fosse più forte l’umanità che derivava dalla condivisione di quel piccolo spazio in mezzo all’alienante distesa di cemento e asfalto che li circondava oppure il solco culturale che li divideva. Ho provato a rispondere a queste domande immaginando una storia di gente partita dall’est per cercare fortuna nell’ovest e una regia fatta di lunghe pause, esasperazione dei suoni, lentezza nell’azione, dettagli strettissimi alternati a campi lunghi: in altre parole, un western.
Siamo sicuri che durante la lavorazione della Currybonara ne siano successe – è proprio il caso di dirlo – di cotte e di crude…
Ci vorrebbe un’intervista solo per questo. Diciamo che girare un western a Ostia con – tra gli attori – una 85enne e un cane nella primavera più piovosa degli ultimi 30 anni non è stato semplice. Abbiamo dovuto rimandare due volte le riprese per la pioggia e questo ha influito molto sul budget e quindi sui mezzi a disposizione. Per esempio la scenografia è stata un vero miracolo: l’apparecchio del self service era un vecchio telefono a gettoni; in alcune inquadrature le pompe del distributore non si vedono semplicemente perché… non c’erano; nel finale, le porte basculanti stile saloon della roulotte sono pezzi di legno retti dallo scenografo e dall’aiuto regia.
Vera era invece la porchetta che Marina Cacciotti ha voluto dare all’ignaro Bidrohi, che effettivamente non mangia maiale. La scena dei conati non poteva essere più realista. Quando si dice metodo Stanislavskij…
Stai lavorando a un nuovo progetto, un corto sempre sul tema del cibo come finestra aperta sul mondo e sulla nostra società…
Sì, sto ultimando il montaggio proprio in questi giorni. Se ti dico che è una commedia ambientata tra la Sardegna e San Francisco, che inizia con una conversazione su Skype tra genitori e figlio emigrato e che nel finale sfocia in un thriller nel quale alcuni fantasmi girano attorno ad una tavola apparecchiata di formaggi sardi ti ho incuriosito abbastanza?
Veniamo allora all’aspetto gastronomico. Sei un gourmet? Quale è il tuo rapporto con il cibo?E la tua ricetta preferita?
Sono il classico gourmet “de noantri”, però con le mie specialità me la cavo piuttosto bene, a giudicare dai complimenti dei miei ospiti, molti dei quali stranieri (sono un convinto couchsurfer dal lontano 2005). Specialità della casa: pasta e ceci! Il motivo? L’amore per il cinema! Se posso inserire un link a una sequenza della più bella commedia della storia del cinema capirai cosa voglio dire. Dai, ci provo: guarda un po’ qua…
Cosa ne pensi della Carbonara? La mangi, la cucini? L’ha mai provata davvero con il curry? Quali i tuoi luoghi di culto (leggi ristoranti "carbonari")?
Il mio ristorante preferito è una pizzeria: “Ai Lombardi” a Napoli, via Benedetto Croce. Giusto per essere chiari: per me il confronto tra la pizza romana e quella napoletana si può fare solo sulla pizza a taglio (meglio la romana, per me); su quella tonda non c’è storia!
Per quanto riguarda la carbonara, è stato Bidrohi a farmela assaggiare per la prima volta col curry (e senza guanciale!) dopo una proiezione privata. In generale la mangio poco, però, come tutte le ricette che contengono carne.
Non sono vegetariano, ma credo che il consumo di carne nella dieta occidentale sia eccessivo. E la cosa più grave è che sono pochi a sapere quanto gli allevamenti impattino sull’ambiente. La principale causa della deforestazione dell’Amazzonia risiede proprio nell’incremento esponenziale dei pascoli.
Come concluderesti questa gustosa intervista?
Con un pensiero a Marina Cacciotti, protagonista del mio corto, che è venuta a mancare qualche settimana fa. Lei di gusto se ne intendeva parecchio. La sua specialità, con la quale ha deliziato sia il nostro set che quello del pluripremiato Pranzo di Ferragosto, era il ciambellone.
(la foto presentata in questa pagina ha vinto un premio come miglior foto di backstage)